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Fisco, sono più eque le deduzioni o le detrazioni? – La Nuova Padania #finsubito prestito immediato

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di Matteo Rigamonti – In un nostro precedente articolo (https://www.lanuovapadania.it/opinioni/lopinione-ius-scholae-ragionare-al-di-fuori-di-logiche-elettorali/), abbiamo esaminato come il sistema fiscale italiano, caratterizzato da scaglioni progressivi e un’elevata tassazione, possa frenare la crescita economica individuale, mantenendo gran parte della popolazione in condizioni modeste. Questa struttura non solo rende difficile l’accumulo di ricchezza, ma crea anche una complessità amministrativa che ostacola la trasparenza e l’efficienza del sistema fiscale.

Un elemento cruciale di questa complessità sono le deduzioni e le detrazioni fiscali. Le deduzioni permettono ai contribuenti di sottrarre specifiche spese dal reddito imponibile, riducendo così la base su cui viene calcolata l’imposta. Questo meccanismo, strettamente legato alla capacità contributiva, incentiva i cittadini a investire in settori che possono dedurre, favorendo un sistema più equo in linea con i principi costituzionali di giustizia fiscale.

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Al contrario, le detrazioni fungono da crediti d’imposta che riducono direttamente l’importo delle tasse da pagare, indipendentemente dal reddito. Ad esempio, misure come il Bonus Renzi e il Superbonus 110 sono state introdotte per rispondere a pressioni politiche e fornire sollievo immediato ai cittadini, ma hanno creato scompensi fiscali a lungo termine. Questi incentivi, sebbene ben intenzionati, non promuovono una crescita economica sostenibile e complicano ulteriormente il sistema tributario.

La politicizzazione delle detrazioni fiscali rappresenta uno degli aspetti più critici del sistema italiano. Le amministrazioni politiche, nel tentativo di ottenere consenso elettorale, hanno introdotto numerose detrazioni che non favoriscono una distribuzione equa del carico fiscale né promuovono la crescita economica individuale. Questo approccio tende a mantenere i cittadini in fasce di reddito basse, penalizzando chi cerca di migliorare economicamente e incentivando il ricorso al lavoro nero per mantenere le agevolazioni ricevute.

Sistematicamente vengono introdotti meccanismi per incentivare la natalità, come bonus per i nuovi nati o il sostegno alle rette degli asili nido. Tuttavia, queste soluzioni risultano temporanee e irrisorie: offrire un bonus simbolico per ogni nuovo nato non rappresenta un incentivo realmente efficace, mentre introdurre ulteriori riduzioni per i nidi comporta lo spostamento dell’onere finanziario verso comuni e regioni. Questo è particolarmente problematico, considerando che la riduzione delle rette è già ampiamente applicata e socialmente rispettata, in linea con le pratiche adottate dai paesi del Nord Europa. Tali misure, pur con buone intenzioni, non affrontano le cause strutturali della bassa natalità e possono complicare ulteriormente la gestione fiscale locale senza promuovere un reale miglioramento economico dei cittadini. Al contrario, incentivare il benessere economico generale attraverso meccanismi come le deduzioni potrebbe offrire soluzioni più efficaci e sostenibili, favorendo la crescita economica individuale e contribuendo a risolvere problemi come la povertà e la bassa natalità in maniera più strutturale.

Per affrontare questi problemi, è fondamentale privilegiare le deduzioni rispetto alle detrazioni. Concentrarsi sulle deduzioni, applicandole al massimo su qualsiasi reddito, consentirebbe a tutti i contribuenti di beneficiare in proporzione alla loro capacità economica, incentivando al contempo un aumento del reddito imponibile. Eliminare o ridurre le detrazioni semplificherebbe il sistema fiscale, riducendo la complessità amministrativa e favorendo una maggiore trasparenza ed efficienza. Inoltre, adottare una struttura fiscale più semplice e diretta, come osservato in vari paesi con sistemi fiscali efficienti, potrebbe dimostrare come la semplificazione fiscale non solo migliori la gestione amministrativa, ma anche stimoli la crescita economica.

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Un altro aspetto da considerare è la struttura degli scaglioni IRPEF in Italia. Anche se adottare aliquote regressive potrebbe sembrare contro i dettami costituzionali, in realtà, anche con aliquote regressive, all’aumentare del reddito vi sarebbe comunque un incremento della contribuzione. Questo permetterebbe a ciascuno di aspirare a un miglioramento economico, in linea con un sistema consumistico basato sul consumo. Dobbiamo riconoscere che il desiderio di migliorarsi è parte integrante del funzionamento sociale e non dobbiamo temere di esprimerlo. Inoltre, si potrebbe proporre l’introduzione di un tetto massimo di imposizione fiscale, dato che anche la contribuzione INPS funziona in questo modo. È paradossale che, se questo sistema sia permesso dall’INPS, non venga adottato anche dal Ministero delle Finanze. Una revisione degli scaglioni IRPEF verso aliquote regressive favorirebbe una distribuzione fiscale più equa e incentivante, promuovendo la crescita economica individuale senza penalizzazioni eccessive.

L’unico modo per superare i meccanismi di sostegno sociale e risolvere problemi come la povertà e la bassa natalità è rendere i cittadini più benestanti. Un sistema fiscale che incentiva l’aumento del reddito e del benessere economico permette di eliminare la necessità di interventi diretti come bonus o agevolazioni temporanee. Solo migliorando la condizione economica dei cittadini si possono superare i problemi che lo Stato fatica a sostenere, riducendo la dipendenza da misure sociali e promuovendo una crescita economica sostenibile. Questo approccio non solo risolve i problemi economici, ma permette anche di “mandare in vacanza” la politica tradizionale, orientandola verso fini più nobili come la promozione della cultura, la legalità e la trasparenza. Inoltre, incentivare il benessere economico individuale crea un circolo virtuoso: aumentando il reddito imponibile, si può progressivamente ridurre il carico fiscale complessivo, poiché il gettito fiscale cresce in linea con la crescita economica. Questo sistema strettamente collegato favorisce un aumento del benessere dei cittadini, eliminando la povertà, incentivando la natalità e migliorando la qualità della vita senza dover ricorrere a misure temporanee e poco efficaci.

Economisti come Milton Friedman e Arthur Laffer hanno sottolineato l’importanza di semplificare il sistema fiscale per migliorare la trasparenza e l’efficienza. Secondo loro, una semplificazione fiscale è essenziale per favorire la crescita economica, ridurre gli errori e abbassare i costi amministrativi, beneficiando sia i cittadini che lo Stato. Adottare una politica fiscale che incentiva il miglioramento economico dei cittadini permette di eliminare la povertà, incentivare la natalità e aumentare il benessere. Riducendo gli ostacoli fiscali, i cittadini possono aumentare il proprio reddito e migliorare il proprio tenore di vita. Un miglioramento economico rende più sostenibile la decisione di avere figli senza la necessità di misure fiscali mirate e temporanee. Inoltre, un sistema che premia la crescita economica individuale contribuisce a una società più prospera e dinamica.

Per realizzare una riforma fiscale efficace, è essenziale che i politici adottino una visione a lungo termine, basata su principi economici solidi piuttosto che su impulsi elettorali temporanei. È altrettanto importante che i cittadini siano informati e responsabili, evitando di votare persone poco serie o motivate da promesse irrealistiche. Solo attraverso una partecipazione attiva e consapevole nella vita democratica, si potranno scegliere leader capaci di implementare riforme strutturali che promuovano una fiscalità equa e trasparente.

In conclusione, le detrazioni fiscali, sebbene introdotte con l’intento di fornire sollievo immediato ai contribuenti, hanno contribuito a rendere il sistema fiscale italiano eccessivamente complesso e meno equo. Questo ha portato a scompensi fiscali, ostacolando la crescita economica individuale e promuovendo inefficienze amministrative. Per promuovere una crescita economica sostenibile e una gestione fiscale più trasparente ed efficiente, è necessario ridurre la dipendenza dalle detrazioni e privilegiare meccanismi più razionali come le deduzioni. Solo attraverso una riforma riflessiva e ben pianificata, che tenga conto della capacità contributiva e degli incentivi economici positivi, il sistema fiscale italiano potrà evolversi verso una maggiore equità e semplicità, beneficiando sia i cittadini che lo Stato.



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