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Intesa tra i capigruppo sull’integrazione del testo con il recepimento del “Decreto SalvinI” conosciuto come “salva casa”
Sta diventando quasi una prassi all’Assemblea regionale siciliana il procedere a stralci e resi al mittente dei Ddl che approdano in Sala d’Ercole. Dopo il ritorno in commissione del Ddl Enti locali, adesso è stato il turno del Ddl in materia di urbanistica a fare accesso all’aula dopo lo stralcio da un testo più ampio e poi vedere comunque un ritorno – in questo caso non per revisione radicale in commissione – in officina per una messa a punto. Quello che nel caso del Ddl urbanistica ha permesso il rinvio al prossimo martedì è stato il punto di incontro in conferenza dei capigruppo sull’integrazione del testo con il recepimento del Decreto legge 29 maggio 2024, n.69, convertito in legge 24 luglio 2024, n. 105, recante ‘Disposizioni urgenti in materia di semplificazione urbanistica ed edilizia. Detto anche “Decreto Salvini” o più semplicemente “Salva casa”.
Stralciato il Salva casa regionale si integrerà il Ddl con il Salva casa nazionale
La legge nazionale è stata recepita e verrà quindi inserita nel disegno di legge per le norme regionali in materia urbanistica senza alcuna discussione o emendamento. Ciò che invece di emendamenti ne ha raccolti è il testo sull’urbanistica il cui articolato si doveva votare in Sala d’Ercole oggi. Ma le criticità di alcuni articoli hanno reso anche lo stralcio del disegno di legge, che includeva prima il “salva casa regionale”, motivo di acceso dibattito all’Ars. Difficili da digerire per le opposizioni gli articoli 8 e 14 del testo all’esame dell’assemblea regionale. Rispettivamente, l’aumento della cubatura degli immobili per il 30% del volume originale e la sanatoria per gli immobili confiscati alla mafia se acquisiti a patrimonio degli enti locali. Su questi aspetti si sono scagliati deputati e capigruppo sin dall’approdo in aula martedì, e le obiezioni sono state ribadite anche oggi, prima e dopo la conferenza dei capigruppo che ha deciso il rinvio per integrazione del testo.
Le ville sanabili anche se sul mare
Il deputato del gruppo Misto Ismaele La Vardera, vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia dell’Ars, ha esposto il proprio netto dissenso anche a fine lavori d’aula basando le motivazioni sull’esperienza diretta. Fulgido esempio perché anche l’opinione pubblica comprenda quanto i gruppi di opposizione non intendono favorire: “La settimana scorsa ho visitato la villa di Giuseppe Greco, alias Scarpuzzedda, con accesso al mare, e che si trova a Mongerbino, nel Comune di Bagheria. Quando ho incontrato il sindaco, mi diceva che non poteva utilizzare quegli spazi in alcun modo perché non aveva i soldi per poterla abbattere. E questo governo cosa fa? Decide di fare una cosa che non sta né in cielo né in terra, perché sanare delle ville fa passare una messaggio devastante nell’immaginare comune”.
Un Ddl con possibili effetti collaterali
Anche Antonio De Luca, capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars ha levato importanti obiezioni in materia di sanatoria dei beni confiscati, sottolineando che sulla base dell’articolo 14 del Ddl anche una villa sul mare confiscata un anno fa potrebbe essere sanata dal disegno di legge se acquisita da un ente locale. Per Antonello Cracolici, presidente della Commissione antimafia e deputato del gruppo Partito Democratico all’Ars, il gioco delle sanatorie post acquisizioni dei beni confiscati potrebbe causare un meccanismo di cessioni ed acquisizioni che non è chiaro a cosa potrebbe condurre.
Il rischio del mercato degli immobili confiscati ed acquisiti da enti locali
Un mercato dagli esiti incerti. Ma il motivo del dibattito più acceso, nel corso dei lavori d’aula, alla fine non è stato neanche il principio di sanatoria, le demolizioni, l’aumento della cubatura o la cementificazione delle coste soggette tra l’altro a costante erosione. Palazzo dei Normanni ha rinviato la discussione sul Ddl in materia di urbanistica integrato dal Salva casa nazionale mentre già in aula si dibatteva sulla reintroduzione delle elezioni dirette di presidenti e consiglieri delle aree vaste. In altre parole, la reintroduzione delle Province con elezione diretta, ma solo in Sicilia.
Il bilancio disastroso dei passaggi a vuoto
“Ormai è un fatto assodato: questa è la legislatura dei nulla di fatto”, afferma il capogruppo M5S Antonio De Luca a fine giornata. “Non si contano più i passaggi a vuoto – prosegue il deputato pentastellato – in Aula e in commissione, tutto per colpa di una maggioranza spaccatissima, capace di litigare su tutto. Ciò non fa sperare nulla di buono per il proseguimento della legislatura: le grandi riforme attese dai siciliani, come quella sui rifiuti, sui forestali, sui consorzi di bonifica, solo per citarne alcune, di questo passo rimarranno chiuse nel cassetto”. De Luca pone in evidenza i costi delle attività parlamentari che “girano a vuoto” e sottolinea che le spese di questi lavori che vanno a vuoto li pagano i siciliani con le proprie tasse.
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