RSA MONTEREALE: LAVORI ABUSIVI? “PROROGHE ASSENTI” E FINE LAVORI NEL 2021. AVANTI INCHIESTA | Notizie di cronaca

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L’AQUILA – Potrebbero essere abusivi i lavori effettuati dopo il 2021 nella struttura della Residenza sanitaria assistenziale (Rsa) di Montereale danneggiata nel terremoto del 18 gennaio 2017, il cui intervento di recupero è cominciato nel 2020 in seguito all‘appalto della Asl provinciale dell’Aquila vinto dal raggruppamento temporaneo d’imprese I Platani-Todima srl nel 2020: nel voluminoso carteggio c’è una delibera del Comune di Montereale, datata 2018, con la quale veniva concesso un permesso a costruire valido per  tre anni, per rendere “abitabile o agibile”, l’edificio della Rsa inagibile dal gennaio 2017, ma poi non ci sarebbe traccia di proroghe concesse dai tecnici e nuove delibere, magari in deroga per il Covid, relative alla realizzazione di una opera che con due varianti, la ultima non approvata di 1,9 mln, arriverà a costare circa 5,2 mln di euro.

E’ anche su questo “buco”, non proprio irrilevante, su cui starebbero indagando i finanzieri che conducono le indagini nell’ambito della inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica dell’Aquila, sull’intervento nella Rsa del comune montano dell’Aquilano  bloccati nel giugno del 2024 al culmine di un serrato braccio di ferro tra le imprese ed i vertici dell’Azienda sanitaria guidati dal manager, Ferdinando Romano.

Proprio in seguito alla revoca in danno della commessa esercitata ai danni del raggruppamento temporaneo di imprese, gli stessi noti e quotati imprenditori aquilani Luigi Palmerini e Marino Serpetti hanno presentato un esposto alla Procura con la apertura di indagini coordinate dal sostituito procuratore Roberta D’Avolio.

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La Gdf nel corso di un blitz nella direzione della Asl all’Aquila ha sequestrato documenti tra cui la delibera firmata dal direttore generale, Romano, la numero 140 del 23 gennaio scorso, un provvedimento di 71 pagine in tutto, in cui è sancita la revoca dell’appalto nei confronti delle due quotate imprese aquilane, che stanno effettuando i lavori dal 2020 con i 60 anziani ospiti “parcheggiati” nel complesso dell’Ex Onpi dell’Aquila.

Ed è probabile che la Gdf possa visitare il comune di Montereale per verificare lo stato dell’arte dei permessi concessi alla Asl per questo appalto già viziato da alcune anomalie che gli imprenditori avrebbero puntualmente spiegato nell’esposto.

Anche in considerazione del fatto che, secondo quanto si è appreso, il Comune guidato dal sindaco, Massimiliano Giorgi, non ha dato seguito a richieste di accesso gli atti sulla tematica dei permessi a costruire.

Per la prima volta, in questa vicenda, arriva un commento da parte di rappresentante dell’Rti. Alessio Ferella, direttore tecnico dell’impresa esecutrice, spiega: “Se il permesso di costruire fosse realmente scaduto nel mese di marzo 2021 sarebbe veramente gravissimo. Non credo possa essere così perché più volte alle nostre richieste hanno risposto che c’erano proroghe previste per l’emergenza Covid”.

I lavori nella Rsa sono cominciati solo nel 2020, appena un anno prima della scadenza fissata dal Comune, il marzo 2021, e si sono poi fermati da circa sei mesi.

La scadenza è scritta nero su bianco in una copia di un permesso a costruire dell’Ufficio tecnico del Comune di Montereale, a firma del responsabile dell’area tecnica Lavori pubblici e urbanistica, il geometra Carlo Bolino.

Alla luce del provvedimento comunale, risulterebbe dunque che le opere nella Rsa sarebbero state compiute in tempi non conformi.

Intanto, va avanti l’attività di indagine sul percorso che ha portato alla revoca della Asl ai danni dell’Rti motivata con i ritardi nella consegna dei lavori, fatti poi smentiti nell’esposto sui quali sono in corso verifiche.

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La revoca è stata decisa dalla Asl avvalendosi dell’articolo 107, comma 2 del decreto legislativo 50 del 2016, vista la sospensione dei lavori, per la quale la revoca “può essere disposta dal RUP per ragioni di necessità o di pubblico interesse, tra cui l’interruzione di finanziamenti ((per esigenze sopravvenute di finanza pubblica, disposta con atto motivato delle amministrazioni competenti)

Dall’attività di indagine emergerebbero già i prime ipotesi di falso nel percorso che ha portato alla revoca dei lavori mai ultimati.

Al centro dell’inchiesta c’è anche una variante, di ben 1,9 milioni di euro, mai approvata, ma necessaria, che la Asl provinciale è stata costretta a prevedere per integrare il progetto che fin dall’inizio della commessa, come detto nel 2020, avrebbe mostrato parecchie pecche rispetto alla fotografia iniziale dell’opera messa a bando dall’azienda sanitaria, inizialmente con circa circa 2,3 milioni di euro, e che ora lieviterà fino a 5,2 milioni.

Secondo quanto si è appreso, la nuova variante che non ha mai cominciato l’iter e che quindi sarebbe solo sulla carta, avrebbe impedito la conclusione dei lavori esercitando un ruolo fondamentale nel blocco dei lavori che si protrae come detto da ben sei mesi.

Il problema variante è stata del resto evidenziata nell’esposto di Palmerini e Serpetti, senza i lavori previsti, infatti, si sostiene non si sarebbero potuti concludere gli altri, tenuto conto che l’integrazione deve essere ancora appaltata con un nuovo bando e non affidata alla Rti che ha vinto l’appalto, in quanto supera il 10% della somma totale. Insomma, con la variante, ancora da affidare, si è determinata l’impossibilità di concludere i lavori.

Circostanza già evidenziata dai due imprenditori, ben prima della revoca e del contenzioso, in accesi incontri con gruppo tecnico della Asl guidato dal capo Dipartimento tecnico della Asl, Mauro Tursini.

Per la revoca dell’appalto, Romano, che ha disertato nei giorni scorsi sia quinta Commissione Sanità che la commissione Vigilanza del consiglio regionale, sia la terza commissione Politiche sociali del Comune dell’Aquila, è oggetto di pesanti attacchi dai sindacati, dal centrosinistra e anche dalla Lega aquilana.

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Il manager, in carica dal 2021 nominato alla guida della Asl proprio in quota Lega, dopo il benservito a Roberto Testa, caduto in disgrazia agli occhi della maggioranza di centrodestra, è poi passato con Fdi stringendo un rapporto fiduciario con il presidente Marco Marsilio e con l’assessore regionale alla Salute, ex Lega, Nicoletta Verì.

Il suo incarico è stato poi l’anno scorso prorogato fino a giugno, per consentirli di portare a termine il piano di rientro dal pesante deficit che prevedeva circa 35 milioni di euro di tagli entro dicembre scorso, per ridurre il deficit a 30,8 milioni di euro, anche se le cifre sono poi cambiate in successivi aggiustamenti del piano di rientro presentato a settembre, che intendeva incidere sui servizi di pulizia e manutenzione, sul costo dei farmaci e tante altre voci, arrivando a vendere immobili e a dimagrire anche il parco auto. Ed anche a verificare la tempistica e i costi delle forniture e commesse con i privati.

Romano è sotto attacco anche per il contenzioso legale tra i vertici della Asl e la multinazionale dei servizi Dussmann, che gestisce l’appalto Consip da 20 milioni di euro (più rivalutazioni) per la pulizia degli ospedali dell’Aquilano. L’azienda sanitaria avrebbe bloccato i pagamenti, circa 10 milioni, alla Dussmann, oltre a chiedere indietro somme già versate in passato, contestandone il regolare svolgimento del servizio.

E ancora, come denunciato dal consigliere regionale del Pd Pierpaolo Petrucci, c’è il mancato accordo tra l’azienda sanitaria e la ditta Se.Ma. che si occupa della manutenzione degli ospedali in provincia dell’Aquila e che chiede arretrati per quasi 6 milioni. La Asl per bocca di Romano, ha denunciato gravi inadempimenti da parte dell’azienda manutentrice che sfocerebbero in penali per un ammontare complessivo  di 5,4 milioni di euro. La Se.ma., non pagata, ha annunciato già il licenziamento di oltre 70 addetti. (b.s-f.t.)

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