Casa di Leda, rifugio per madri e figli in un bene confiscato alla mafia, esempio virtuoso di diritti

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Succede a Roma nel quartiere Eur, dove esiste una Casa famiglia protetta intitolata a Leda Colombini, storica politica e attivista scomparsa nel 2011 a 82 anni uscendo dal carcere di Regina Coeli, dove aveva appena tenuto un incontro sulla relazione tra donne detenute e figli.

Roma è stata la prima città in Italia a  realizzare un progetto che rispetta i diritti dei bambini e offre alle mamme una concreta possibilità di recupero per un futuro reinserimento nella società. Tutto questo in ottemperanza a una legge nazionale che mira ad agevolare il ripristino della rete di rapporti familiari in funzione dell’equilibrato sviluppo del minore, favorendo percorsi di semi autonomia a donne con bambini dai 0 ai 10 anni, nei cui confronti l’autorità giudiziaria abbia disposto gli arresti domiciliari e risultino sprovviste di riferimenti sia materiali che abitativi. Si evita così l’ingresso in strutture penitenziarie e si garantisce il potenziamento delle funzioni genitoriali e la progressiva acquisizione di strumenti indirizzati verso la piena autonomia socioeconomica.
Il servizio è stato istituito in virtù di un accordo promosso dalla Regione Lazio con Roma Capitale e Asilo Savoia, l’ azienda pubblica di servizi alla persona di Palazzo di Santa Chiara,  e realizzato grazie all’apporto della Cassa delle Ammende del Ministero della Giustizia e al cofinanziamento dell’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Lazio.
Si rivolge a donne detenute con figli minori ed è volto ad assicurare il benessere dei bambini e sostenere le madri nelle loro funzioni genitoriali.

La struttura è attiva dal 22 marzo 2017, data in cui hanno avuto avvio le attività di accoglienza con l’ingresso delle prime due mamme e dei rispettivi bambini.

Contabilità

Buste paga

 

Il servizio ha l’obiettivo principale di individuare tutte le forme possibili di sostegno ai progetti di intervento individuali dei genitori accolti e di salvaguardia della tutela e dei diritti dei bambini presenti in struttura, ampliando la rete di supporto interistituzionale, riducendo i fattori di fragilità delle persone accolte, potenziando i fattori di protezione personale e genitoriale. E quindi il ripristino, il mantenimento e lo sviluppo di quella molteplicità di relazioni e legami affettivi necessari a un sano sviluppo dei minori, favorendo percorsi di reinserimento sociale a donne con bambini sino ai 10 anni, nei cui confronti l’autorità Giudiziaria abbia disposto misure alternative alla detenzione. Spesso sprovviste di riferimenti materiali e abitativi si evita loro l’ingresso in strutture penitenziarie o, laddove già recluse, favorendo loro l’uscita, garantendo il potenziamento delle funzioni genitoriali e la progressiva acquisizione di strumenti indirizzati verso l’autonomia.

Infatti l’ esperienza che genitori e bambini vivono a Casa di Leda prevede, sin dall’ingresso, un possibile progetto di autonomia sul quale investire responsabilità e risorse. Oltre alle attività di mera accoglienza comprensiva di vitto e alloggio, particolare importanza ricoprono tutti gli interventi svolti a favore delle persone accolte, diversificati poi in base alle singole esigenze e necessità individuali, favorendo la rieducazione alla legalità: orientamento e accesso ai servizi territoriali e alle prestazioni sanitarie, sostegno e rafforzamento delle capacità genitoriali, orientamento alla formazione e al reinserimento lavorativo e sociale, accompagnamento legale.

Vengono garantite ai bambini ospitati anche attività quotidiane e di carattere ludico e ricreativo, espressivo, educativo e scolastico oltre ad attività da svolgere con il proprio genitore e attività organizzate all’esterno della struttura, volte a rafforzare le capacità genitoriali delle madri, favorendo il ricongiungimento dei nuclei parentali di origine.

Da gennaio 2021, in attuazione del Protocollo di Intesa tra Regione Lazio, Comune di Roma Capitale e le II.PP.A.B., Pio Istituto SS. Annunziata, Opera Pia Lascito Giovanni Margherita Achillini e Opera Pia Asilo Savoia, l’ASP Asilo Savoia, si è assunta il compito di dare prosecuzione all’attività della struttura, in una prima fase affidando il Servizio, tramite procedure di evidenza pubblica, ad un organismo del terzo settore e, dal 1 aprile 2024, gestendo direttamente tutte le attività del servizio.

Le attività promosse sia all’interno che all’esterno della struttura vengono realizzate da un’ équipe professionale avvalendosi anche del supporto di volontari.

La Governance del Progetto vede la convergenza e la sinergica collaborazione tra Regione Lazio, Roma Capitale, l’ Ufficio di Esecuzione Penitenziaria Esterna e l’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona “Asilo Savoia”, formalizzata attraverso l’adozione della DGR 605/2019.

Dal 2019, infatti, la Regione Lazio, dopo la prima fase di avvio del servizio sostenuta da Fondazione Poste Insieme Onlus e da Poste SpA, attraverso un contributo a fondo perduto, ha stanziato i fondi necessari per garantire la continuità e lo sviluppo della struttura fino a settembre 2023. Con Determinazione n. G16215 del 04/12/2023, è stato approvato lo Schema di Contratto di servizio, successivamente sottoscritto, per la realizzazione degli interventi volti a garantire la prosecuzione del progetto di convivenza protetta per genitori in stato di limitazione della libertà personale e con figli denominato “Casa di Leda”, per ulteriori tre anni di attività, dal 1 ottobre 2023 al 30 settembre 2026, all’ASP Asilo Savoia. Il Comune di Roma, oltre a garantire la sede e il pagamento delle utenze, attraverso il referente dell’Ufficio di Coordinamento degli interventi in favore di detenuti ed ex detenuti e il Servizio di Segretariato Sociale, in collaborazione con l’Area Educativa e Trattamentale del carcere, partecipa alla valutazione delle segnalazioni per l’ingresso in struttura. Il referente, inoltre, autorizza l’ingresso delle donne ammesse alle misure di detenzione domiciliare, monitorando complessivamente il progetto.

ASP Asilo Savoia garantisce la gestione operativa del progetto, assicurando la realizzazione e la continuità degli interventi in collaborazione con tutti i partners coinvolti. e, dal 1 aprile 2024, provvede alla gestione diretta del servizio senza ricorrere all’affidamento a soggetti esterni del terzo settore: oltre a compartecipare economicamente ai costi di gestione con particolare riguardo alle spese per la copertura di spese aggiuntive, per le attività ludiche, aggregative e di futuro inserimento lavorativo delle ospiti, Asilo Savoia coordina gli interventi del terzo settore della predetta ATS, che attraverso personale qualificato svolge le attività di gestione della quotidianità della Casa, e attraverso un ulteriore accordo di co-progettazione, ha previsto e sostiene economicamente con fondi del proprio bilancio, la collaborazione dell’organizzazione di volontariato “A Roma Insieme”, associazione che fin dal 1991 svolge specifiche rivolte ai minori in carcere.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

La convivenza protetta “Casa di Leda” ha accolto, fino a tutto l’anno 2024, un totale di 31 donne e 38 bambini provenienti da varie nazionalità, garantendo interventi individualizzati di sostegno per l’autonomia e di supporto alla genitorialità e ponendo al centro dell’intervento il diritto dei minori a vivere e crescere nella propria famiglia in un contesto di normalità. In generale, dopo l’ingresso in struttura, nelle prime settimane di permanenza si procede alla regolarizzazione dei nuclei: assegnazione del Pediatra Libera Scelta (PLS) e iscrizione scolastica per i bambini; contatti con gli assistenti sociali referenti di UIEPE e assegnazione del Medico Medicina Generale.

Sono svolte con regolarità le attività e i corsi previsti nell’ambito della collaborazione con l’Associazione di volontariato “A Roma Insieme”. Tali attività, rivolte alle mamme ed ai bimbi sono finalizzate a fornire maggiori strumenti per il reinserimento sociale delle donne detenute attraverso specifici percorsi nonché a supportare la formazione culturale ed educativa dei bimbi e sono scelte e gestite in coerenza con gli obiettivi dei singoli PEI condivisi con i nuclei. In riferimento ai singoli progetti vengono effettuate tutte le attività di monitoraggio e/o accompagnamento previste dal progetto sia in relazione agli obiettivi orientati al miglioramento delle competenze genitoriali sia per l’inserimento socio lavorativo. Restano le difficoltà per alcune utenti connesse all’acquisizione dei documenti. A questo proposito sono stati implementati i rapporti di rete con gli uffici competenti sul territorio.

Con riferimento ai singoli piani di intervento individuali si svolgono con regolarità le attività di monitoraggio e/o accompagnamento individuale previste dai progetti individuali di intervento sia in relazione agli obiettivi orientati al miglioramento delle competenze genitoriali sia per l’inserimento socio lavorativo. Molte energie e risorse vengono dedicate alla ricerca di opportunità formative e lavorative per le donne accolte. Sono attive collaborazioni con associazioni per la ricerca e l’inserimento lavorativo come “Seconda Chance” che hanno offerto connessioni con l’offerta lavorativa.

Il principale ostacolo a queste attività resta la condizione del 70% delle ospiti di irregolarità nei documenti di identità. Si va da chi non ha mai avuto nessun documento di riconoscimento, a chi è illegalmente presente sul territorio italiano. Per questo motivo, una delle principali azioni è quella della regolarizzazione della loro posizione sul territorio italiano fornendo loro anche orientamento e accompagnamento legale, grazie ad una rete di avvocati che offrono i loro servizi gratuitamente ma che necessita di essere ancora di più ampliata.
Le procedure e le autorizzazioni all’ingresso sono seguiti dal Servizio di Segretariato Sociale di Roma Capitale – Ufficio Coordinamento interventi in favore di detenuti ed ex-detenuti: la permanenza nelle strutture è condizionata all’adesione e alla partecipazione a un progetto individuale, al rispetto degli obblighi e delle regole del centro e/o delle prescrizioni date dal Magistrato del Tribunale di Sorveglianza; sono escluse persone che presentano al momento della richiesta di ammissione problemi correlati alla dipendenza da alcool o altre sostanze stupefacenti, disturbo psichiatrico o non autosufficienza psicofisica.
Il presidente di Asilo Savoia, Massimiliano Monnanni: “Dalla sperimentazione condotta in questi anni, grazie alle sinergie tra amministrazioni pubbliche e terzo settore, è nato un modello integrato di intervento che consente non solo di rispondere agli obiettivi istitutivi delle case protette, ma anche e soprattutto di realizzare un effettivo reinserimento sociale e lavorativo delle donne accolte e di pervenire a un monitoraggio omogeneo e con indicatori consolidati sull’andamento del fenomeno e sui follow up dei percorsi di uscita”.

Tante le storie di accoglienza, reinserimento lavorativo e riscatto sociale, come racconta Bina Nigro, coordinatrice e responsabile di Casa di Leda: “ Tutti i bambini sono iscritti presso il servizio Nido o presso gli Istituti scolatici del territorio e vengono regolarmente accompagnati a scuola dalle madri, se in possesso di permesso, o dagli educatori. I buoni rapporti creati con il IX Municipio dell’ Eur e le scuole di quartiere, in particolare l’ Istituto comprensivo Dino Buzzati, hanno permesso di poter procedere, in alcuni casi specifici, con iscrizioni scolastiche fuori dei termini. Negli anni il rapporto con l’ufficio Progetti SPRAR, Rom Sinti Caminanti, Detenuti e Barbonismo Domestico sempre del IX Municipio , ha permesso ai genitori, sprovvisti di documenti, quindi di SPID, di iscrivere i propri figli a scuola. È garantita una frequenza scolastica regolare per tutti i bambini e stabile è il supporto scolastico per gli studenti più grandi che necessitano di un sostegno nei compiti scolastici. A tutti i nuclei familiari sono garantiti interventi di sostegno e accompagnamento ai servizi territoriali, nell’ottica della tutela ed educazione alla salute. Al momento dell’ingresso, infatti, la maggior parte delle ospiti sono sprovviste dei documenti quali Codice Fiscale e Tessera Sanitaria. L’accesso alle strutture sanitarie ha permesso, nel periodo di riferimento, la regolarità sia per quanto riguarda, ad esempio, l’obbligo vaccinale dei minori che il poter usufruire di prestazioni sanitarie specialistiche. Cosa importante e fine ultimo di Casa di Leda è l’ inclusione sociale anche e soprattutto tramite l’ inserimento lavorativo: a tutte le ospiti è offerto un servizio per la costruzione di un Curriculum Vitae e il contatto stabile con il COL Carcere. Tutte queste attività non solo hanno permesso di consolidare e ampliare i rapporti di rete ma stanno indubbiamente anche aumentando le capacità di scelta e di progettazione delle ospiti, delle loro possibilità di riqualificazione professionale e formativa per intraprendere una nuova vita con i propri figli”.


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