La ricerca “L’Italia s’è Digital” rappresenta un punto di svolta nell’analisi della presenza digitale della pubblica amministrazione italiana.
Per la prima volta, un’indagine sistematica ha colmato un vuoto informativo, mettendo ordine nelle attività ufficiali riconducibili a tutti i soggetti pubblici, sia a livello territoriale che nazionale. Il lavoro dell’Osservatorio Digitale è stato titanico: individuare e catalogare 8.120 account ufficiali non è stato solo un esercizio di mappatura, ma una vera e propria opera di trasparenza, in un contesto in cui molti profili non indicano chiaramente chi ne detenga la proprietà o la gestione.
Uno degli aspetti più critici emersi dalla ricerca riguarda la mancanza di policy definite per la gestione della relazione con le community.
La comunicazione istituzionale digitale dovrebbe essere improntata su regole chiare di interazione con i cittadini, ma molti account non forniscono alcuna indicazione in tal senso. Questo fenomeno non solo limita la possibilità di un dialogo aperto e costruttivo con gli utenti, ma crea anche situazioni di incertezza sulle modalità di moderazione e risposta ai commenti. Senza una chiara policy di gestione, i social media delle amministrazioni rischiano di diventare strumenti poco efficaci, esponendo gli enti pubblici a critiche e malintesi.
Account abbandonati e strategia digitale
Un altro elemento allarmante è il numero elevato di account abbandonati, in particolare sulla piattaforma X (ex Twitter). Questo fenomeno solleva interrogativi sulla capacità delle amministrazioni di mantenere una strategia digitale coerente e aggiornata. La presenza sui social network non può essere episodica o occasionale, ma deve rientrare in una pianificazione strategica costante, capace di adattarsi alle evoluzioni delle piattaforme e alle esigenze dei cittadini. L’assenza di continuità nella gestione dei profili digitali può generare una perdita di fiducia nei confronti dell’istituzione, lasciando spazio a disinformazione e frammentazione della comunicazione.
Pubblico di riferimento e nuove piattaforme
Uno degli aspetti più interessanti della ricerca riguarda il pubblico di riferimento. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i visitatori dei siti web istituzionali delle amministrazioni pubbliche sono prevalentemente giovani. Questa percezione, ancora poco diffusa tra i responsabili della comunicazione pubblica, dovrebbe spingere verso un ripensamento delle strategie digitali.
In questo contesto, appare significativo il fatto che quasi tutte le pubbliche amministrazioni non stiano investendo su TikTok e sulle app di messaggistica. Questa scelta dimostra l’incapacità di intercettare nuovi pubblici e di avvicinare le nuove generazioni ad esse. In un mondo digitale in cui le piattaforme emergenti ridefiniscono costantemente le modalità di fruizione dei contenuti, l’assenza delle istituzioni su questi canali rappresenta un’opportunità mancata.
La tipologia di contenuti pubblicati dalle pubbliche amministrazioni
La ricerca evidenzia anche una criticità rilevante riguardante il tipo di contenuti pubblicati. Molte amministrazioni privilegiano un approccio puramente informativo, trascurando l’aspetto conversazionale che è alla base della natura stessa dei social network. Gli algoritmi delle piattaforme premiano l’interazione e il dialogo, mentre un’eccessiva rigidità comunicativa rischia di penalizzare la visibilità e l’efficacia dei contenuti pubblicati. Una comunicazione istituzionale efficace deve saper combinare informazioni utili con contenuti coinvolgenti, favorendo la partecipazione attiva dei cittadini e creando un senso di comunità attorno all’ente pubblico.
Formazione e aggiornamento per i professionisti
Un altro tema rilevante riguarda la necessità di formazione e aggiornamento costante per i professionisti della comunicazione pubblica. La gestione dei social media istituzionali non può essere lasciata al caso, ma deve essere affidata a esperti con competenze specifiche in digital marketing, social media management e analisi dei dati. In questo contesto, il prezioso lavoro svolto da PASocial negli ultimi anni per valorizzare la figura del social media manager e le competenze digitali dovrebbe rappresentare un riferimento ancora più solido. È fondamentale, infatti, che le istituzioni riconoscano l’importanza di professionisti qualificati per la gestione di piattaforme così strategiche, garantendo una presenza digitale efficace e in linea con le esigenze del pubblico.
Un approccio più flessibile e innovativo nella gestione della comunicazione digitale
Inoltre, la ricerca suggerisce che le amministrazioni dovrebbero adottare un approccio più flessibile e innovativo nella gestione della comunicazione digitale. L’integrazione di strumenti di intelligenza artificiale per l’analisi delle interazioni e la personalizzazione dei contenuti potrebbe migliorare significativamente l’engagement e la qualità dell’interazione con i cittadini.
Conclusioni della ricerca
In sintesi, il quadro delineato dalla ricerca “L’Italia s’è Digital” ci racconta di una pubblica amministrazione che sta cercando di colmare il divario digitale, ma che deve ancora affrontare molte sfide per migliorare la qualità della propria presenza online.
Se da un lato si registra una corsa all’essere presenti sulle piattaforme digitali, dall’altro la qualità dei contenuti e le performance complessive risultano ancora insufficienti. Ovviamente esistono delle eccezioni virtuose, ma il trend generale evidenzia la necessità di un approccio più consapevole, strategico e orientato all’engagement. La digitalizzazione della pubblica amministrazione non può limitarsi alla mera presenza online: deve tradursi in un’interazione autentica e costante con i cittadini, con contenuti pensati per favorire il dialogo e la partecipazione attiva.
Per raggiungere questi obiettivi, è necessario un cambio di paradigma che metta al centro il cittadino, rendendolo protagonista della comunicazione pubblica. Solo attraverso un utilizzo strategico e consapevole dei social media, supportato da competenze professionali adeguate e investimenti mirati, le amministrazioni pubbliche potranno sfruttare appieno il potenziale del digitale per migliorare il rapporto con la comunità e rafforzare la fiducia nelle istituzioni.
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