Incendio Inalca, la preoccupazione della gente: «Diteci cosa abbiamo respirato»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contabilità

Buste paga

 


Reggio Emilia «Diteci cosa abbiamo respirato davvero. E quanto dureranno le operazioni di bonifica: se arriverà il caldo come faremo? Nel frattempo abbiamo visto arrivare i topi, richiamati da tonnellate di carne». E, ancora: «Gli allarmi antincendio non hanno funzionato?». Erano oltre 200 i cittadini che abitano o orbitano introno allo stabilimento Inalca, raso al suolo dall’incendio di due settimane fa, all’assemblea di ieri sera al circolo Pigal, in cui il sindaco Marco Massari, l’assessora Carlotta Bonvicini, i vigili del fuoco con il comandante provinciale Antonio Annecchini e il vicecomandante vicario Salvatore Concolino, Lorenzo Frattini e Michele Frascari di Arpae e la direttrice della sanità pubblica dell’Ausl Antonia Nini, hanno ripercorso, tappa dopo tappa, cos’è stato fatto e i prossimi step. Presente anche il vicesindaco Lanfranco de Franco.

Tanti gli interventi e palpabile la preoccupazione tra i cittadini, visti i 2.300 metri quadri di copertura d’amianto, per «cui non c’era l’obbligo di rimozione se non costituivano pericolo per la salute», soggetti a verifiche nel tempo. E visti pure i frammenti d’amianto ritrovati. «Abito a pochi metri dal rogo, ci siamo evacuati da soli suonando i campanelli come si faceva una volta – esclama una residente a pochi metri dall’Inalca –. Io soffro di cardiopatia. Poi perché iniziate la bonifica dal lato ferrovia e non dalle case? Bisogna respirare dove siamo noi, è facile parlare quando si è lontani». Spunta dal pubblico Stefano Ferrari di Ripuliamoci che solleva una teca contenente frammenti di amianto: «Ecco, signora, lei ha respirato questo», esclama. La mamma di uno dei bimbi del nido Alice chiede garanzie che non vi siano rischi di contatto con l’amianto per i bambini «che secondo il metodo Malaguzzi esplorano il giardino». E c’è chi chiede perché, in via precauzionale, non si sono chiusi il nido o il liceo Moro, dove «le aule si erano trasformate in camera a gas e ci siamo sentiti carne da macello. Cercate di convincerci che abbiamo respirato aria pura di montagna, ma non è così». E, ancora, un residente esclama: «Una volta andavo a funghi, ora vado ad amianto. Di tecnici a pulire il parco non ne ho visti». Un altro aggiunge: «Mi aspettavo che qualcuno chiedesse l’elenco degli oli e delle materie prime. Un giorno vado in giro senza mascherina, l’altro la devo mettere. Qualcuno i si è poi rivolto a uno studio reggiano per fare analisi per conto proprio, ma gli è stato risposto che era stato imposto dall’alto di non fare analisi».

Il sindaco Massari rassicura che «non c’erano elementi per dare ordini di evacuazione. I frammenti di amianto non vanno manipolati, ma non danno problemi se lasciati lì. Tutto quello che è bruciato non ha dato liberazione di sostanze tossiche se non il picco di diossina rilevato prima (registrate nelle prime 17 ore, ndr)». Inalca, poi, ha iniziato a fare i sopralluoghi con l’impresa incaricata di redigere un piano di lavoro sulla base di sostanze e materiale per capire come quando rimuoverli. «Spero che già da domani (oggi per chi legge, ndr) inizieranno le operazioni di bonifica – aggiunge Massari –. Occorre procedere con la rimozione sia all’interno dello stabilimento sia all’esterno, con i frammenti riscontrati nelle vicinanze e le tonnellate di carne. Le prime ordinanze sono state fatte in emergenza, non appena saputo, venerdì 14 al pomeriggio, di frammenti di cemento amianto fuori dallo stabilimento. Abbiamo incaricato Iren per la disponibilità a intervenire rapidamente: sabato 15 è iniziata la bonifica. Il rogo non era ancora formalmente spento e l’area era sotto sequestro, quindi abbiamo dovuto attendere spegnimento e dissequestro. I gestori si sono dimostrati collaborativi e hanno cercato l’impresa idonea. L’amianto si concentra soprattutto nel capannone Inalca». Sul versante giudiziario, «è assolutamente presto – conclude Massari –. È stata dissequestrata metà dell’area da parte di Procura e vigili del fuoco». Se Annecchini rimarca come «oggi (ieri per chi legge, ndr), sia arrivata la certezza dell’avvenuto spegnimento», Concolino definisce il rogo come «il più consistente degli ultimi 15 anni a Reggio Emilia». E ricorda come l’azienda sia sempre stata «sottoposta a controlli con esito sempre favorevole». Anche per questo è necessario proseguire gli accertamenti per capire perché incendio così rapido nella propagazione su 20mila metri quadri. «Il nostro intervento si è concentrato sulla necessità di salvaguardare la centrale tecnologica e di evitare l’estensione sui fabbricati vicini». Arpae indica come i valori non siano allarmanti. La dottoressa Nini puntualizza come «non vi siano stai feriti e nemmeno accessi al pronto soccorso per intossicazioni importanti». E rassicura sull’amianto: «Se non si sbriciola non si produce aereo dispersione delle fibre di amianto. Sotto gli aspetti sanitari seconda fase che si profila». 

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link