Vertice a Londra per il piano Ue sulla difesa: “Meloni presente”. Al centro l’invio di 30mila soldati in Ucraina. Starmer: “Pace con la forza”

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito personale

Delibera veloce

 


Ci sarà anche Giorgia Meloni al vertice dei leader europei a Londra, domenica 2 marzo, per discutere dei piani comuni europei in materia di difesa. Un summit che sta prendendo forma, mentre le stesse fonti che confermano la presenza della premier italiana sottolineano che non è stato ancora ufficialmente convocato, e che le interlocuzioni tra i leader sono in corso. A parlare della possibile riunione è stato il premier polacco Donald Tusk, intervenendo a Varsavia al fianco del presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa. “Spero – ha affermato – che una maggiore mobilitazione di difesa dell’Europa, degli Stati membri e dell’Europa in senso più ampio, diventi un fatto”. Prima del prossimo Consiglio Europeo del 6 marzo a Bruxelles “saremo a Londra domenica, insieme ai nostri amici britannici e a un gruppo di leader, per parlare di questi piani comuni sulla difesa”.

Il piano di Macron e Starmer – Al centro del dibattito proprio la proposta di un “contingente di pace europeo” voluta da Macron e Starmer da almeno 30mila effettivi da schierare in Ucraina, dopo l’eventuale cessazione delle ostilità con Mosca, a “garanzia della sicurezza” di Kiev. Missione, quella di inviare i soldati, a cui Palazzo Chigi è contrario. Sull’ipotesi Trump si è mostrato possibilista, dicendosi fiducioso che alla fine anche il presidente russo Vladimir Putin “l’accetterà”; ma in cambio della quale – secondo alcuni giornali britannici di oggi – appare intenzionato a chiedere a Starmer fra le altre cose di cambiare retorica e di “smettere di rinfacciare alla Russia la colpa” esclusiva della guerra in Ucraina. Il piano, sostiene il Wall Street Journal, verrà presentato informalmente anche perché potrà essere concretizzato solo se, e quando, ci sarà un accordo sul cessate il fuoco. Accordo sul quale l’Europa ritiene imprescindibile una sua partecipazione, così come quella di Kiev. Il piano, se mai vedesse la luce, non coinvolgerà tutti i Paesi Ue ed è già stato sottoposto ieri alla Casa Bianca da Emmanuel Macron.

Intanto il premier britannico Keir Starmer – che giovedì incontrerà il presidente americano – alla Camera dei Comuni, fissando nuove linee sulla difesa a tre anni “dalla vile invasione russa dell’Ucraina”, ha annunciato l’incremento delle spese militari al 2,5% “dal 2027” e aumenti successivi anno per anno. Spese destinate a toccare il 2,6% aggiungendo stanziamenti extra per l’intelligence. Starmer ha poi indicato l’obiettivo del 3% nella prossima legislatura (dopo il 2029) e ha incoraggiato anche gli alleati europei della Nato a fare lo stesso. È un piano ambizioso ma non impossibile che ha, tuttavia, una conditio sine qua non: che gli Usa facciano da scudo difensivo nel caso gli eventi sul terreno tornassero a precipitare. Starmer intende sollevare giovedì a Washington con il presidente americano Donald Trump il tema dell’unità fra alleati sul dossier ucraino e sulla necessità di affrontare “le minacce” che la Russia continua a rappresentare “con la forza” da posizioni “di forza”: per raggiungere “una pace attraverso la forza in Ucraina” e ha poi ribadito di considerare la Nato “un pilastro” al pari della sicurezza in Europa e di non voler scegliere fra l’alleanza vitale con gli Usa e quella con gli alleati europeo. L’inquilino di Downing Street ha confermato che il vertice si terrà e ha ribadito che con Putin serve adottare la linea dura: “I tiranni come Putin capiscono solo il linguaggio della forza”, ha detto prima di affermare che è giunta l’ora di “combattere per la pace” in una “nuova era pericolosa per il mondo”.

Cosa pensano i Paesi Ue – Tra i 27 la mossa è stata commentata con un prudente “è prematuro parlarne”. L’occasione per farlo potrebbe essere il vertice straordinario sull’Ucraina e la difesa europea che il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa convocherà per il 6 marzo. Le posizioni infatti non sono omogenee. L’Italia, finora, non ha mostrato entusiasmo all’ipotesi. Ma il piano franco-inglese fornisce un’ulteriore indicazione: l’Europa, dopo aver subito il colpo dell’inversione a U di Trump sul fronte ucraino, sta cercando di prendere le misure al suo dirimpettaio atlantico. E in attesa che la Germania abbia un governo, si sta affidando al solito Macron, insieme – ed è questo il dato inedito – al Regno Unito, mai così vicino all’Europa dopo la Brexit. Ursula von der Leyen, dal canto suo, paga il dazio di non aver neppure sentito al telefono Trump, finora. La presidente della Commissione è obbligata a fare un gioco di squadra con i leader europei più forti, almeno militarmente. Nel weekend ha avuto colloqui telefonici proprio con il presidente francese e il primo ministro britannico. I tre hanno parlato del nuovo pacchetto di aiuti che sia l’Ue sia Londra annunceranno nelle prossime ore. Presumibilmente, anche l’idea delle forze di peacekeeping in Ucraina potrebbe essere stata al centro delle conversazioni.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Cessione crediti fiscali

procedure celeri