Divario di genere, nelle retribuzioni alle donne male la Basilicata

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contabilità

Buste paga

 


Il report dell’Istat sul lavoro privato fotografa la disparità: divario di genere in Basilicata che va in fondo alla classifica


Male la Basilicata, dove nel settore privato la retribuzione annua mediana per posizione lavorativa «full time full year» occupata dai maschi è pari a 12,9mila euro mentre quella delle donne è pari a 6,3mila euro. Il dato, diffuso dall’Istat, è emerso a margine dell’indagine “Settore privato extra-agricolo: in aumento le posizioni lavorative dipendenti” che fotografa un aumento complessivo in Italia delle posizioni lavorative nel privato nel corso del 2022 rispetto all’anno precedente (una crescita che è stimata dall’Istituto di Statistica nel +7,4%).

Tuttavia il divario retributivo non riguarda solo i lucani: «Insieme a Basilicata e Abruzzo – scrive infatti l’Istat in una nota – l’Umbria mostra anche un elevato divario di genere in termini di retribuzione annua mediana per posizione lavorativa (quella delle donne pari a 9,9 mila euro è poco più della metà di quella degli uomini pari a 18,5 mila euro)». Del resto, tranne Piemonte e Lombardia, il grafico allegato al report dell’Inps evidenzia che nel settore privato non esiste una sola regione in Italia dove il divario nella retribuzione delle donne non sia molto sostenuto.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

In Basilicata, ricordava il 10 aprile 2024 il coordinamento donne della Cisl, «il differenziale retributivo tra uomo e donna è stimato intorno al 10 per cento, sia per quanto riguarda la retribuzione annua che il salario giornaliero. Inoltre, le donne lucane lavorano meno giorni degli uomini: se gli uomini lucani lavorano in media tra i 213 e i 224 giorni, le donne lucane lavorano in media tra i 200 e i 213 giorni, quindi in media da 16 a 20 giorni in meno degli uomini, a testimonianza della larga diffusione del contratto part-time volontario e forzato che caratterizza il lavoro femminile lucano, con pesanti conseguenze sul futuro reddito da pensione».

Anche il Rapporto Ires Cgil, nel 2022 (anno a cui si riferisce il Rapporto Istat sul settore privato) sosteneva che «l’occupazione femminile alle dipendenze in Basilicata si concentra soprattutto (in termini relativi) in settori, come i servizi alla persona a basso valore aggiunto, il turismo e ristorazione, l’agricoltura, che mediamente pagano stipendi più bassi rispetto, ad esempio, all’occupazione manifatturiera, e soprattutto a quella nei settori hi-tech, sia essa industriale o terziaria, dove la percentuale di donne lucane occupate è appena del 2,3%. Ciò fa sì che gli stipendi medi delle donne lucane che riescono a superare il grande ostacolo dell’accesso al lavoro siano di 4.300-4.400 euro annui lordi inferiori agli stipendi medi dei maschi, con una analoga differenza che si riscontra anche nel valore medio delle pensioni».

Per di più, in generale, secondo il resoconto dell’Istituto nazionale di statistica sul gender pay gap, diffuso a gennaio, nel 2022 «la retribuzione lorda annua per dipendente, ricondotta ad anno intero e tempo pieno, è pari in media a 37.302 euro. Le lavoratrici dipendenti guadagnano 6mila euro in meno dei lavoratori (33.807 euro contro 39.982)».

Sempre secondo lo stesso rapporto, «Se si considera anche il genere, la retribuzione media annua più bassa è quella delle donne con al più la licenza media (26.003 euro), la più alta è quella degli uomini con livello di istruzione terziaria (56.104 euro). A parità di livello di istruzione, i dipendenti uomini hanno retribuzioni medie annue sempre superiori alle donne, con un divario che aumenta al crescere del livello di istruzione: si ferma al 19,9% tra i dipendenti con al massimo la licenza media, sale al 20,5% se l’istruzione è secondaria superiore e raddoppia, raggiungendo il 39,9%, per l’istruzione terziaria».

Per il resto, invece, il rapporto curato dall’Istat racconta di un settore privato extra agricolo italiano abbastanza dinamico. Nel 2022 infatti, conta 21 milioni di posizioni lavorative dipendenti (+7,4% rispetto al 2021), per un totale di 16,1 milioni di lavoratori (+4,3%). Il 19,8% dei dipendenti ha occupato più di una posizione nel corso dell’anno (+2 punti percentuali rispetto al 2021). Inoltre sul totale delle posizioni aumenta la quota di quelle a tempo determinato (35,5%, +1,8 punti percentuali rispetto al 2021 e +6,7 rispetto al 2014) e diminuisce la durata mediana. Prosegue l’incremento della retribuzione annuale per posizione lavorativa (in mediana 12.550 euro, +3,3%). Diminuisce, da 6,6% nel 2021 a 6,2%, la quota, sul totale delle posizioni, di quelle low pay, cioè con una retribuzione lorda oraria uguale o inferiore a due terzi della mediana (nel 2022, 7,83 euro): è il valore percentuale più basso dal 2014.

Per Istat «La durata mediana delle posizioni lavorative nel settore privato extra-agricolo è scesa a 348 giorni nel 2022, dai 365 giorni circa registrati dal 2014 al 2021. Esclusi gli anni 2020 e 2021, caratterizzati dal blocco dei licenziamenti, la durata delle posizioni lavorative sta subendo una graduale riduzione che non è visibile osservando separatamente i valori mediani delle posizioni a tempo determinato e di quelle a tempo indeterminato (la durata mediana delle posizioni a tempo determinato nel 2022 è aumentata rispetto al 2019, mentre quella dei tempi indeterminati è stabile a 365 giorni). Tale riduzione dipende dalla progressiva variazione nella composizione delle posizioni per tipo di contratto, ovvero da una crescita della quota delle posizioni a tempo determinato sul totale delle posizioni».

Le posizioni occupate da donne, tra le quali la retribuzione mediana è pari a 11,25 euro, sono tuttavia retribuite «0,90 euro in meno di quelle occupate da uomini; la differenza rispetto agli uomini, pari al 3,5% per il primo decile, sale al 14,9% per il nono, differenze in crescita rispetto al 2021».



Source link

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link