Bancarotta Chievo Verona: chiesto il processo per l’ex presidente Campedelli. “Plusvalenze fittizie per simulare un apparente benessere”

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Luca Campedelli è accusato di aver orchestrato un “meccanismo fraudolento” per simulare un “apparente benessere del Chievo Verona“. Un meccanismo di cui facevo parte anche le plusvalenze fittizie. Per questo la procura di Verona ha chiesto il rinvio a processo per bancarotta fraudolenta nei confronti dell’ex presidente del club, attualmente in procedura di fallimento. Il Chievo Verona è sparito dal calcio, dopo una favola durata due decenni, nell’estate 2021. Ora una nuova realtà sta provando a rinascere sotto la guida dell’ex bomber Sergio Pellissier.

Le indagini sul fallimento del Chievo, condotte dalla Guardia di Finanza, secondo quanto riferisce la Procura hanno portato alla scoperta di un meccanismo tramite il quale l’ex presidente Campedelli “avrebbe sistematicamente rappresentato una situazione economica di apparente benessere del Chievo Verona, tale da dissimulare il dissesto e l’erosione del patrimonio della società, nonché di permettere alla stessa l’iscrizione al campionato di calcio”.

Al centro delle indagini ci sono anche le fittizie cessioni di calciatori alle squadre del Cesena e del Carpi, effettuate a prezzi “non conformi” rispetto all’effettivo valore di mercato. I giocatori, in realtà, sarebbero stati venduti senza mai spostarsi da una squadra all’altra, permettendo cosi la registrazione a bilancio del Chievo di plusvalenze, per oltre 35 milioni di euro. Per quelle operazioni nell’estate 2018 si aprì anche un processo sportivo, che portò a una penalizzazione soft ma fu l’incipit della retrocessione in B nella stagione 2018/19.

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Rientrano nel meccanismo delle plusvalenze, sempre secondo le indagini, anche alcune operazioni infragruppo, riguardanti in particolare la cessione del marchio Chievo e il conferimento del ramo d’azienda comprendente il terreno del Campo Sportivo Bottagisio.

Altri reati contestati dai pm scaligeri riguardano le distrazioni dalle casse del Chievo Verona di oltre 200mila euro da parte di Campedelli per scopi estranei alle finalità d’impresa, il “reiterato sistematico e rilevante” mancato adempimento degli oneri tributari e previdenziali dal 2014 fino alla data del fallimento, per oltre 34 milioni di euro.

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