Vita da Giorgio tra odi (e amori): “La sicurezza è di sinistra. Se c’è traffico mi arrabbio”

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Firenze, 22 gennaio 2025 – Dicono che senza smartphone sarebbe spacciato. Lo chiami e squilla a vuoto. Tempo zero richiama lui. Anche se è domenica. “Che c’è? Stavo spostando un divano. Trasloco. Ne ho mille”. Nel frattempo parla con gli uffici del Comune, con i tecnici, con lo staff. I viali impazziscono, ci sono i semafori della Vacs da limare, c’è la ditta sulla Bolognese da puntellare. Nella vita ci sono le sliding doors, le porte girevoli. Quella di Andrea Giorgio, 40 anni scarsi, frontman della sinistra schleiniana in riva d’Arno – sorridente, ciclabile e inclusiva – gira alle comunali di giugno quando Sara Funaro mette sul groppone del “politico belloccio e un po’ sfacciato” (copyright sempre i colleghi di cui sopra), un carico di deleghe monstre – a raffica: mobilità e viabilità, tramvia, transizione ecologica, sicurezza urbana e Polizia municipale – e lui diventa l’uomo di punta del Palazzo. Ci si butta anima e corpo, studia, litiga, rivoluziona, sbotta. Si fa le ossa. Ora è sul pezzo.

Ma quando è bloccato in un ingorgo con chi si arrabbia?

“Con l’assessore, come tutti (ride ndr)”.

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Cominciamo bene.

“Nel senso che se sono lì anche io sono il traffico. Cioè “Il traffico siamo noi“”.

Già sentita questa.

“ Poi mi stizzisco anche con le ditte. In certi casi devono essere molto più svelte. E con chi parcheggia in doppia fila come se la strada fosse sua”.

Poi ci torniamo su. Parliamo di polizia municipale. La sua mano si è vista: ha avviato un percorso di lotta all’abusivismo. Buoni risultati, ma girando per il centro storico sembra che lei stia cercando di svuotare il mare con un bicchiere.

“È un lavoro complesso ma ci stiamo impegnando al massimo con il presidente del Quartiere 1 Mirco Rufilli e l’assessore al commercio Jacopo Vicini. Agiamo su più fronti, dai tavolini alla sosta selvaggia alla tutela della Ztl, i residenti ci chiedono più attenzione. E poi vogliamo arginare il problema di chi non rispetta le regole”.

Tavolini che si ’allargano’, souvenir osceni attaccati ovunque. Ma qual è la strategia?

“Lavoriamo prima insieme per individuare le zone più delicate. Un’ora prima del blitz i vigili in borghese scattano delle foto”.

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Perché un’ora prima?

“Perché è capitato che al momento della sanzione, tanti si siano giustificati dicendo ’I tavolini li ho spostati un attimo fa’. Ma se ci sono le foto…”.

Alle Cascine le cose vanno un po’ meglio ma iniziano a soffrire i rioni bene, Campo di Marte su tutti. Le strategie?

“La PolCascine sta dando grandi risultati. E poi nel parco ci sono stati anche interventi sul verde come le potature e pulizie costanti dei rifiuti. Non c’è solo il controllo: il rilancio passerà anche dalla vivibilità delle varie zone del parco”.

Ecco appunto con gli altri quartieri in crisi che si fa?

“Si fa che quando con la Sindaca andiamo in prefettura ci facciamo portavoci delle istanze di tutti i cittadini, portando le richieste dei quartieri, dei commercianti, dei residenti. L’anno scorso sono stati assunti cento nuovi vigili, a primavera ne arriveranno altrettanti e presto anche di notte i servizi potranno raddoppiare. Poi certo da Roma aspettiamo ancora i nuovi agenti di polizia…”.

Viene dalla sinistra aperta e inclusiva, ma ha sposato il pugno di ferro cioniano con chi sgarra. Conflitto interiore?

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“No. La sinistra sta con i deboli, con chi vive i quartieri popolari, con gli anziani: serve a tutelare chi non può difendersi da solo. Li dobbiamo stare: la sicurezza è un diritto umano, come la libertà dalla paura”.

Lei ha anche la delega alla transizione ecologica. La sfida dell’ambiente è cruciale in questa fase storica.

“La transizione ecologica riguarda tutti. E’ un lavoro complesso per il futuro della città. Certo la svolta tram è cruciale, ma operiamo bene su più fronti con i colleghi, dalla vicesindaca Paola Galgani col piano del Verde, a Dario Danti con gli efficientamenti energetici degli immobili fino a Letizia Perini con gli impianti sportivi”.

Ma lei ha un’auto elettrica?

“No, a metano. Cerco di usarla il meno possibile, meglio la bici”.

Non si deve mica giustificare.

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“Infatti non lo faccio. Anzi lo sottolineo: non c’è nessun aspetto ideologico contro le auto. Sappiamo che in tanti non possono farne a meno, il nostro compito è solo offrire alternative di trasporto pubblico importanti. E la tramvia lo è. Sempre di più”.

Vanta numeri da capogiro però gran parte dei passeggeri sono stranieri, turisti, anziani e studenti. Il fiorentino medio è in auto. Un’abitudine oppure non essendo Firenze una città operaia con orari fissi non trova pratico questo mezzo?

“Non può essere una scusa. Il nostro compito è far comprendere che il mezzo pubblico riguarda sia il protafogli che non si svuota più per il carburante, sia il tempo che si risparmia non restando imbottigliati”.

Forse Firenze è anche un po’ snob. A Milano il notaio prende il tram, qui un po’ meno.

“Il nostro compito è dare un’offerta all’altezza. In tanti casi chi ha preso il bonus Tpl con l’abbonamento a 50 euro, poi lo ha rifatto anche a costo pieno l’anno dopo. Si scopre che il sistema va e lo si usa, per questo deve migliorare”.

Via ai lavori della Libertà-Bagno a Ripoli. Opera mastodontica da finire in 21 mesi. Se le sente di promettere che non ci saranno nuovi ritardi?

“Sono previste penali per i ritardi delle ditte e premi per chi fa prima. Due milioni di sgravi per i negozi vicini ai cantieri e un tavolo permanente con commercianti e cittadini. Noi ci siamo”.

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L’uomo nuovo è più amato o odiato? Sui social sembra il nemico pubblico numero uno.

“Sui social ci sono tanti hater, la città vera non è lì anche se in un paio di casi hanno scritto cose che mi hanno davvero ferito. Ma poi incontro la gente dal vivo e trovo tanta stima”.

A chi dell’opposizione talvolta sottovoce dà ragione?

“Non gli faccio un piacere se lo dico (ride ndr). Comunque ricordiamoci che la politica non è solo scontro. E’ dialogo, ascolto”.

Quando stacca la sera come si rilassa?

“Guardo le serie tv con la mia compagna. Sto guardando M”.

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Il momento più importante?

“Quando porto mia figlia di 6 anni a scuola. Iniziai al nido e le ho assicurato che lo farò sempre”

Una promessa elettorale.

“Esatto, mantenuta”.



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