UN MACIGNO SULLA COSCIENZA DI TUTTI NOI

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#finsubito

Conto e carta

difficile da pignorare

 


di FRANCA FALCO

La tragedia consumata a via Visone, a pochi metri dalla mia abitazione, il suicidio di un uomo di quarant’anni, che stava per essere sfrattato dalla sua casa, mi ha turbato moltissimo ed è stato oggetto per me di amare riflessioni. Conoscevo la casa, teatro del dramma, un tempo residenza di amici di famiglia, situata in un enorme palazzo, i cui numerosi bassi erano abitati, negli anni 40 e 50, da famiglie umili e laboriose, che conoscevo bene, perché molte delle donne là residenti erano reclutate da mio padre per lavori agricoli, che si svolgevano nei campi o nel nostro palazzo di via Diaz.

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Non conoscevo invece la persona che ha messo in atto il gesto estremo, che, tra l’altro, non era di Caivano; ho appreso però sue notizie dall’ufficiale giudiziario per l’esecuzione dello sfratto, presente sul posto, una mia ex alunna, una donna intelligente, sensibile, molto scrupolosa nel suo difficile lavoro, che talvolta la porta a contatto con casi di disperata miseria, che non permette, come mi dice spesso, di mettere insieme il pranzo con la cena. Ancora sotto shock, tra i singhiozzi, mi ha parlato di quanto è avvenuto: varie volte,in precedenza, aveva incontrato l’uomo, una persona, a suo dire, molto buona, mite, educata, ma molto sfortunata.

Dopo un’infanzia difficile, aveva vissuto per un certo periodo con la madre e con un fratello. Lavorava presso una pasticceria, ma una sua fragilità psicologica, unita ad un orario di lavoro, a suo dire stressante e massacrante, lo aveva portato ad una terribile depressione, ufficialmente riconosciuta e per la quale aveva usufruito anche di un bonus per cure psicologiche; per tale motivo era stato costretto ad abbandonare il lavoro. Per un certo periodo era riuscito a sopravvivere usufruendo del reddito di cittadinanza, che, però, in seguito, non gli era stato più riconosciuto. La mattina dell’esecuzione dello sfratto non aveva mostrato particolari segni di nervosismo o insofferenza, ma all’ufficiale giudiziario, che lo aveva invitato a raccogliere le sue cose più importanti prima che arrivassero le forze dell’ordine, ripeteva continuamente: “Dove vado? Non so dove andare!”. Poi ha detto di recarsi in bagno; nulla faceva presagire la tragedia; ma in bagno non è mai andato e, quando, dopo circa dieci minuti, i presenti lo hanno cercato, hanno trovato sbarrata la porta della camera da letto.

Allertati subito i carabinieri, nel timore che potesse essere successo l’irreparabile è stata sfondata immediatamente la porta ed è stata fatta la drammatica scoperta. Questo racconto, fatto dopo alcune ore dall’evento, intervallato da un pianto disperato e da continui singhiozzi, che sicuramente lascerà una traccia indelebile in chi ha vissuto questa drammatica esperienza, mi ha turbato molto e ha suscitato molte domande:” E’ mai possibile che nessuno si sia accorto di tanto disagio, di tanto dolore? E’ proprio vero che stiamo assistendo alla globalizzazione dell’indifferenza ed  all’anestetizzazione della sofferenza?” Molti hanno inneggiato all’abolizione del reddito di cittadinanza, un sussidio contro la povertà, che, attuato in una prima fase senza i necessari controlli preventivi, ha dato origine a tanti guasti; ma anche nel determinarne la revisione, bisognava distinguere i falsi percettori da coloro per i quali tale sussidio era vitale per la sopravvivenza.

Il dramma consumato a via Visone pesa sulla coscienza di tutti noi ed il suicidio del mite quarantenne è il grido di dolore contro le ingiustizie di una società che si chiude sempre più, dove impunemente è stato esibito uno spettacolo folle ed osceno dall’uomo politico più potente del mondo: il presidente USA, infatti, ha avuto il pessimo gusto di postare un video realizzato dall’intelligenza artificiale, in cui, sulle rovine di una Gaza, grondante ancora del sangue di 48000 morti accertati, di cui 18000 bambini, sono beatamente sdraiati in costume da bagno, mentre sorseggiano una bibita, due potentissimi uomini politici, in mezzo a resort di lusso, e ad esibizioni di danzatrici e dove troneggia un’immensa statua d’oro del presidente americano: è la Gaza- Riviera dei sogni di gloria dei padroni del mondo, epurata del milione e mezzo di Palestinesi, destinati alla deportazione. Di contro, ancora una volta, il nostro amato presidente Mattarella ci ha offerto un esempio di stile, di umanità, di sensibilità: recentissima infatti è la notizia della nomina ad Ufficiale al Merito della Repubblica dell’imprenditore Pietro Berteselli, premiato al Quirinale per aver pagato lo stipendio fino all’ultimo giorno di cura ad un giovane malato di cancro, che, durante l’apprendistato, aveva esaurito tutti i congedi retribuiti per malattia. Questo il suo messaggio, che tutti dovremmo fare nostro:

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Bisogna risvegliare il valore del rapporto tra le persone, del senso di comunità, del bisogno di non isolarsi, ed occuparsi dei problemi generali e di coloro che hanno difficoltà e sono più deboli. Sono queste le condizioni per rendere migliore la vita sociale”

 

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