La Sanità nel 2025: i passi e le sfide più urgenti per l’innovazione

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Innanzitutto un auspicio, forse un mio desiderio personale: vorrei che primo o poi provassimo a chiamare le cose di cui ci occupiamo in una maniera più opportuna rispetto all’espressione “Sanità Digitale”.

Mi chiedo: ha senso, nel 2025, aggiungere l’aggettivo “digitale” a qualsiasi cosa? Non è che, per caso, ci siamo dimenticati di accorgerci che tutto è ormai digitale da un bel po’?

Basta con l’etichetta “very digital” appiccicata ovunque. Parliamo di Sanità consapevole di essere nel terzo millennio, dove tutto è digitale.

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Ma adesso parliamo di auspici “veri”, quelli che spero vedremo realizzarsi entro il 2025 in Sanità.

Il nuovo Fascicolo Sanitario Elettronico

Sarà questo l’anno in cui avremo il nuovo Fascicolo Sanitario Elettronico?

Potremo finalmente buttare nel cestino il vecchio FSE, quello nato “sbagliato” sin dal primo momento in cui fu concepito?

A chiederlo (e sperarlo vivamente) non sono io, ma decine di migliaia di operatori sanitari, quelli che ogni volta che cercano un’informazione dentro al mitico “Fassicolo” (sì, “fassicolo”, con due esse, alla bolognese) devono fare la caccia al tesoro aprendo una mezza quintalata di file PDF sperando di trovarla.

Pensa – caro Fascicolo – che qualche giorno fa sono riuscito, un po’ per caso e un po’ per fortuna, a fare due chiacchiere col tuo collega 2012, anno in cui nacque il “Fassicolo”. Ai tempi, il tuo collega si diede un sacco di arie, bullandosi ovunque di essere stato un anno storico per la sanità, salvo poi scoprire – già dopo qualche anno – di quanto esso fosse una patacca colossale.

Ma pazienza, capita a chiunque di sbagliare. Adesso faremo il FSE 2.0, e sarà tutta un’altra storia.

Sperando che lo sia davvero, soprattutto in termini di quantità e qualità dei dati disponibili, anche se temo ci si limiterà al set minimale imposto dal legislatore, perlomeno in un bel po’ di Regioni italiane.

Sistemi informativi ospedalieri e territoriali e trasformazione digitale nelle Aziende Sanitarie e Ospedaliere

Mi chiedo anche se sarà questo l’anno in cui i sistemi informativi ospedalieri e territoriali smetteranno di essere supporti informatici dedicati alla trasposizione digitale di processi nati analogici, diventando dei reali supporti agli operatori sanitari.

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E se il 2025 sarà l’anno in cui i capi dei sistemi informativi delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere riusciranno a essere ascoltati dalle rispettive Direzioni Strategiche quando chiedono fondi per sostituire computer vecchi come il cucco, senza sentirsi rispondere “investimento procrastinabile negli anni a venire”.

Ma soprattutto, mi chiedo se quello in corso sarà l’anno in cui le responsabilità della trasformazione digitale nelle Aziende Sanitarie e Ospedaliere saranno affidate a medici e infermieri posti a diretto riporto del Direttore Generale.

Spendere tutti (e bene) i soldi del PNRR

Sperando che la risposta sia “sì” a tutte le domande di cui sopra, passo agli auguri.

Mi auguro che i fondi del PNRR per la Sanità riescano davvero a essere spesi tutti quanti, meglio se bene. Dove con l’espressione “spendere bene” mi riferisco alla buona abitudine di “andare su di un piano alla volta”, come fanno i muratori quando tirano su una casa.
Evitiamo di imbottire di Intelligenza Artificiale un sistema informativo ospedaliero concepito vent’anni fa, comprato quindici anni fa ed entrato in produzione “per davvero” una dozzina di anni fa.

Partiamo dalle fondamenta: l’hardware e le reti.

Facciamo che non esistano più le coordinatrici infermieristiche che ti raccontano che il loro PC, per accendersi e far salire il software, impiega una ventina di minuti durante i quali, dai reparti degli ospedali e dagli sportelli degli uffici amministrativi, si elevano al cielo quantità industriali di benedizioni e invocazioni.

Facciamo che non capiti più che il medico specialista, quando ti fissa una visita di controllo, ti chieda di portarti dietro tutta la documentazione pregressa, “perché non si sa mai, magari il computer non funziona”.

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Poi passiamo al software. Cambiandolo, se non lo si è fatto negli ultimi dieci anni (e già dieci anni sono tanti…).

Se possiamo, evitiamo di comprarlo con la solita gara al ribasso, dove il fornitore che vuole vincere a tutti i costi sbraga di brutto e si aggiudica la torta salvo poi, dopo neppure due mesi, cominciare a dire “questa cosa che mi chiedi non era compresa nel capitolato, quindi tira fuori altri soldi se la vuoi davvero”.

Sanità: occhio alla sicurezza informatica

Ancora una cosa, già che siamo qui ad augurarci e sperare il meglio: la sicurezza informatica.

Auguriamoci che, finalmente, si riesca a comprendere che tutto ciò che all’interno di un ospedale è digitale (e lo è un sacco di roba…) deve essere protetto, “a prova di bomba”. E, per proteggerlo, occorrono soldi.

E qui mi rivolgo direttamente ai Direttori Amministrativi: guardate che se continuate a dire “ma no, dai, non abbiamo fondi”, poi vi costerà immensamente di più quando qualcuno arriverà nel vostro ufficio chiedendovi di comprare due milioni di euro in criptovaluta, che servono per pagare il riscatto, “mica possiamo far sapere alla Regione che siamo stati attaccati, dobbiamo pagare!”.

Tanti, troppi auguri e auspici per l’anno in corso? Forse.
Diamoci un appuntamento per il prossimo 31 dicembre, così ci raccontiamo com’è andata a finire.

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