Usufrutto congiuntivo con diritto di accrescimento

Cos’è l’usufrutto?

L’usufrutto è un diritto reale che consente a una persona di usare e godere di un bene altrui, solitamente un immobile, rispettandone la destinazione economica. Questo diritto può coesistere con la nuda proprietà, che è il diritto di proprietà privo della possibilità di utilizzo fino alla fine dell’usufrutto. La nuda proprietà può essere venduta o donata, spesso per esigenze economiche o per finalità successorie.

Vantaggi della vendita della nuda proprietà:

  • L’acquirente ottiene il bene a un prezzo ridotto, accettando di non usarlo fino alla scadenza dell’usufrutto.
  • L’usufruttuario può ricavare liquidità immediata, mantenendo l’uso del bene.
Tipologie di usufrutto collettivo
  1. Cousufrutto (comunione di usufrutto):
    L’usufrutto appartiene a più persone in quote indivise. Se uno dei titolari muore o rinuncia, la sua quota si consolida con la nuda proprietà.
  2. Usufrutto congiuntivo con diritto di accrescimento:
    Qui i contitolari beneficiano di un meccanismo diverso. Alla morte o rinuncia di uno di loro, la sua quota non si consolida con la nuda proprietà, ma aumenta le quote degli altri usufruttuari. Questo è tipico nei rapporti tra coniugi o altri contitolari, dove l’intenzione è proteggere il godimento del bene per il superstite.
Caratteristiche del diritto di accrescimento nell’usufrutto congiuntivo
  • Base normativa: Il diritto è regolato dall’articolo 678 c.c., che prevede l’accrescimento per legati con usufrutto tra più beneficiari, evitando la restituzione al nudo proprietario fino a quando almeno un contitolare è in vita.
  • Modalità di estinzione dell’usufrutto: Oltre alla morte, l’usufrutto può terminare per rinuncia o altre cause, come la riunione nella stessa persona di nuda proprietà e usufrutto (art. 1014 c.c.).
  • Accrescimento contrattuale: Se non si tratta di un legato testamentario, l’accrescimento deve essere espressamente previsto in un atto inter vivos (ad esempio, una donazione o una vendita con clausola di accrescimento).
Limiti e compatibilità legali
  • L’usufrutto congiuntivo non viola il divieto di patti successori (art. 458 c.c.) né il divieto di usufrutto successivo (art. 698 c.c.), poiché il diritto di accrescimento non implica una “doppia chiamata ereditaria”, ma una semplice redistribuzione del diritto già esistente.
  • È necessario che l’atto costitutivo dell’usufrutto preveda chiaramente il diritto di accrescimento, poiché la legge non lo riconosce automaticamente in caso di atti inter vivos.

Esempi pratici di applicazione

  • Coniugi: Se marito e moglie sono usufruttuari congiuntivi, alla morte di uno la sua quota va interamente al superstite, senza consolidarsi con la nuda proprietà.
  • Donazione o vendita: È possibile stabilire contrattualmente che le quote di usufrutto spettanti ai contitolari si accrescano tra di loro fino alla morte dell’ultimo.
Conclusione

L’usufrutto congiuntivo con accrescimento è uno strumento utile per garantire continuità nel godimento del bene da parte dei contitolari superstiti, tutelandoli da una prematura perdita di diritti a favore del nudo proprietario. Tuttavia, per la sua validità in atti inter vivos, è necessaria un’esplicita clausola che lo preveda.

 

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