il ristorante di alta cucina di montagna a Courmayeur

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A Courmayeur, la tradizione culinaria è radicata in piatti robusti e rassicuranti: polenta, zuppa alla valpellinese, ragù di cervo e cotoletta alla valdostana. In questo scenario, dove la cucina di montagna segue canoni ben definiti, il ristorante Pierre Alexis 1877 rappresenta una rarità. Non perché rifiuti le radici del territorio, ma perché sceglie di reinterpretarle con una visione più ampia e ambiziosa. Da oltre 10 anni la famiglia Marchetto ha intrapreso un percorso non semplice, fatto di piccoli passi e scelte ponderate, senza cercare rivoluzioni immediate, ma costruendo anno dopo anno, un’identità solida e riconoscibile. Il loro ristorante non si rivolge a chi cerca una cucina tipica senza sorprese, ma a chi è disposto a lasciarsi guidare in un’esperienza che fonde memoria e innovazione.

Una storia di famiglia

Pierre Alexis 1877 è il frutto della passione di Stefano Alessandro Marchetto, chef autodidatta e anima del ristorante. La sua propensione per la cucina nasce fin da giovane, influenzata dalla nonna materna e da un profondo legame con il territorio. Dopo esperienze in ristoranti della Valle d’Aosta, ma anche all’estero tra Londra e Creta, nel 2012 decide di tornare alle sue radici prendendo in gestione Pierre Alexis: un edificio storico di Courmayeur risalente al 1877, prima stalla, poi falegnameria e infine trasformato in ristorante negli Anni ‘90. Questa passione ha naturalmente coinvolto tutta la famiglia. La moglie Monica, di origini torinesi, ha abbracciato il progetto garantendo un servizio accogliente. I loro tre figli, Nicholas, e i gemelli Egon e Liam, sono cresciuti tra i tavoli del ristorante, assorbendo fin da piccoli il mestiere e l’amore per la ristorazione. Dopo aver fatto esperienze altrove, il maggiore Nicholas ha scelto di seguire le orme paterne diventando sous-chef, mentre i gemelli Egon e Liam si occupano della gestione della sala, rispettivamente come sommelier e maître.

La famiglia Marchetto

Un progetto in evoluzione

Negli ultimi anni, Pierre Alexis 1877 ha intrapreso un’evoluzione significativa, passando dai menù alla carta a un’offerta degustazione più intima e curata. “Abbiamo ridotto i coperti e adottato un unico turno per offrire un’esperienza migliore”, spiega Egon. Anche la cucina ha seguito un percorso graduale: inizialmente più tradizionale, oggi combina ingredienti nuovi e tecniche innovative come la pentola Ocoo, la griglia yakitori e la cottura nel fieno. ” Quando abbiamo preso in gestione Pierre Alexis, non potevamo permetterci di proporre subito la cucina che volevamo. All’inizio dovevamo ricostruire la reputazione del ristorante, prima di poter proporre la nostra visione. La posizione con poco passaggio ci ha spinto a creare un’identità solida per distinguerci e durare nel tempo”.

L'ingresso del ristorante Pierre Alexis 1877 a Courmayeur

Questo cambiamento ha permesso a Stefano Alessandro di esprimere appieno la sua visione culinaria, che si basa su tre pilastri fondamentali: stagionalità, creatività e legame con il territorio, lavorando il più possibile con produttori locali, dai formaggi alla trota di Morgex. È lui stesso a raccogliere erbe spontanee, fiori e bacche nei boschi della Val Ferret e della Val Veny. Inoltre, il territorio offre il lichene islandico, i germogli di muschio, la corteccia e gli aghi di pino mugo. “Ora possiamo concentrarci su una cucina più autentica, con influenze nordiche e francesi, dall’uso dei muschi alle fermentazioni, fino a contaminazioni orientali”, racconta Egon.

La proposta culinaria di Pierre Alexis 1877 a Courmayeur

La cucina di Pierre Alexis 1877 combina la tradizione valdostana con tecniche e sapori internazionali. La proposta si snoda in tre percorsi di degustazione: Evoluzione (5 portate 90€) in cui la montagna si fa sentire in piatti come l’Uovo Olsen, trota salmonata affumicata, gel di rapa pickles, caviale di trota, crescione e rafano; e il più spinto Selvaggio (7 portate 120€) dove ci sono diverse incursioni internazionali (soprattutto asiatiche). È il caso dell’Anguilla alla brace marinata in melata di abete, cavolo riccio in burro acido e cipolla arrosto, il Raviolo piastrato ripieno di anatra alla pechinese, brodo tonkotsu, pakchoi e petto d’anatra. C’è anche un menu vegetariano Essenza (4 portate 70€), dove spicca la Cipolla alla camomilla con terra ai funghi porcini, gelato al kefir, dragoncello e olio EVO, chips di pastinaca e patata americana. “Puntiamo a esaltare ingredienti semplici, spesso sottovalutati, trasformandoli in piatti complessi e raffinati. La vera sfida non è lavorare con materie prime pregiate, ma dare profondità e carattere a prodotti umili attraverso tecnica e creatività”. Per chi lo preferisse si può ordinare anche alla carta, mentre d’estate ci si può accomodare anche nel dehors esterno, dove Liam vorrebbe introdurre il momento aperitivo.

La sala di Pierre Alexis 1877 a Courmayeur-2

La cantina e il wine pairing

La carta dei vini è un altro punto di forza con circa 700 etichette. Curata da Egon, la selezione spazia dai grandi classici francesi e italiani fino a produzioni più di nicchia, con un’attenzione particolare alla continuità delle etichette. “Lavoriamo con produttori locali, ma ci scontriamo spesso con problemi di disponibilità”, spiega Egon. “Per questo cerchiamo sempre di bilanciare la nostra offerta con referenze internazionali”. La ricerca dell’equilibrio perfetto si estende anche all’abbinamento con i piatti, con la proposta di pairing che include vini, cocktail classici e tra non molto anche bevande fermentate. Pierre Alexis 1877 continua a evolversi, senza mai perdere di vista il proprio obiettivo: “il nostro ristorante è diventato un punto di riferimento per chi cerca una cucina diversa, ma che rispetta e valorizza il territorio”, conclude Egon.

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